L’effetto dei Social Media sul ranking dei motori di ricerca

da | Nov 7, 2024 | Search Marketing | 0 commenti

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Ti sei mai chiesto perché alcune pagine social appaiano tra i primi risultati di ricerca su Google? Oppure perché le SERP privilegino contenuti provenienti da questi spazi anziché dai siti aziendali?

In un mondo digitalizzato in cui ogni clic conta, i social media stanno rapidamente ridefinendo le regole del gioco per la tua visibilità online.

Il loro reale impatto sulla SEO è ormai al centro del dibattito tra marketers e addetti ai lavori. Questo fenomeno non è affatto casuale e analizzarlo a fondo può offrire alle aziende nuovi spunti cruciali.

Comprendere quali meccanismi vengono innescati, non solo aiuta a valorizzare i social come canali di marketing complementari al posizionamento organico, ma apre nuove possibilità di crescita e differenziazione per i brand.

Se cerchi insight per trasformare i tuoi social in alleati strategici nella SEO, sei nel posto giusto.

Scopriamo come e quando questa sinergia può rivelarsi vincente.

 

Come cambiano le SERP quando i social si posizionano

 

Risultati di ricerca che presentano sempre più link a social media.

Stiamo forse dicendo che SEO e Social Media hanno un legame diretto? Non proprio. Più che di una “relazione alla luce del sole” possiamo definirla una “situationship”. I social media non influenzino direttamente il posizionamento SEO, ma la loro interconnessione con le pratiche di ottimizzazione per i motori di ricerca è sancita da una sorta di “filo rosso”, evidente soprattutto nel caso di Google Discover.

I contenuti pubblicati sui social media, infatti, creano un ecosistema di rimandi, menzioni e discussioni che aumentano l’esposizione del brand rafforzando, di riflesso, l’authority online. Quando un contenuto pubblicato su tali canali genera interazioni significative e ottiene backlink o citazioni esterne, la risonanza inizia a estendersi anche all’ambito SEO.

Ciò avviene perché i social media riescono ad ancorare in tempo reale l’attenzione degli utenti su un determinato topic di interesse collettivo in un preciso momento storico, rispondendo rapidamente alle tendenze e alle novità. Una questione dibattuta su X(ex-Twitter), per esempio, può apparire rapidamente tra i primi risultati delle SERP.

Il posizionamento immediato e spesso temporaneo permette ai social di intercettare una fetta di traffico che, diversamente, si dirigerebbe verso siti di notizie o blog di settore.

Un trend analogo si verifica su altre piattaforme come YouTube e LinkedIn, che spesso attraggono pubblico qualificato, coinvolto da tematiche “di nicchia”.

Post, video e discussioni social diventano così dei “contenitori di trend”. Questi risultati non solo occupano spazio nelle pagine di ricerca, ma possono anche distogliere gli utenti dai siti aziendali e da altri contenuti branded. La priorità che Google assegna a queste risorse deriva dalla capacità delle piattaforme di aggregare engagement.

Una massiccia dose di interazioni ottenute da un post – come like, commenti e condivisioni – viene spesso considerata un indicatore di rilevanza.

Google tende a premiare questa “vitalità” in merito a query emergenti con un ranking privilegiato nelle SERP, rispetto ai risultati “statici” dei siti web tradizionali.

Ed ecco che la competizione per alcune parole chiave risulta amplificata. Questo fenomeno può anche modificare la distribuzione del traffico, specialmente per i brand che vogliono mantenere una presenza organica forte.

Parliamo a tal proposito di social signals che, se ignorati, possono finire per sottrarre clic preziosi al sito ufficiale. Il rischio è che i potenziali clienti finiscano per relazionarsi con la versione “social” del brand, o peggio, con contenuti di terzi che non rappresentano la voce ufficiale dell’azienda.

 

Social Signals: i segnali da non sottovalutare per dominare la SEO

 

Effetti del posizionamento sulla SEO dei Social SignalsCon il termine “social signals” facciamo riferimento a tutte le azioni volte all’interazione che gli utenti effettuano sui social media: dalle visualizzazioni alle condivisioni, dai “pin” e alle diverse reactions. Questi segnali sono indicativi della popolarità di un contenuto e del conseguente coinvolgimento suscitato nel pubblico.

Tuttavia, il discorso è più complesso di quanto sembri: non è sufficiente fare la conta delle interazioni ricevute per stimare il possibile effetto sul posizionamento.

Google, infatti, utilizza un “social graph” che analizza le connessioni tra entità nel web, valutando attentamente la reputazione e il framing in cui tali menzioni avvengono, per determinare la rilevanza e l’autorevolezza presso un target specifico.

In questa accezione, i social signals includono non solo la frequenza con cui un brand viene “nominato”, ma anche l’autorità delle fonti che lo citano e la coerenza di queste menzioni rispetto a discussioni più ampie, tutti parametri che rientrano nella cosiddetta “Share of Voice” (ossia il “buzz” che un brand genera nel mercato).

Google considera elementi quali il numero di persone che parlano del brand, i link che rimandano al sito, le associazioni con figure autorevoli e il livello di notorietà di chi cita il brand. Ogni azione tracciata nel social graph diventa così un segnale sociale.

Queste informazioni sono essenziali per aiutare Google a valutare chi sia il tuo brand, il suo contesto di riferimento e il suo reale valore.

Utilizzare i social signals è imprescindibile nell’ottimizzazione off-page e nella costruzione di un profilo di backlink autentico: se un brand non è conosciuto né discusso online, una massiva campagna di link building risulterà incongruente per Google, rischiando di apparire come una tattica manipolativa, con conseguente possibilità di penalizzazione.

In sintesi, possiamo quindi distinguere tra due forme di influenza dei social signals sul ranking organico: 

  • Influenza correlata – Il posizionamento di un sito potrebbe essere condizionato da metriche quali il numero di “mi piace” su Facebook, il numero di condivisioni, i follower su piattaforme di social networking o social media e le menzioni del brand o della pagina. Sebbene non esistano prove empiriche decisive, si ritiene che un elevato livello di interazioni social possa agevolare il posizionamento SEO.
  • Influenza indiretta – Questa tipologia di impatto dipende da alcuni fattori chiave:
  • Buzz intorno al brand – I social media ampliano la visibilità del brand e favoriscono la creazione di nuovi link in entrata, elevando il grado di autorevolezza percepita dal motore di ricerca.
  • Feedback positivi – La connessione diretta con i clienti tramite i social può incoraggiare le recensioni su piattaforme come Google MyBusiness o simili, rafforzando la fiducia e la fedeltà verso il brand.
  • Riduzione del bounce rate – Un pubblico fidelizzato sui social è più incline a visitare regolarmente il sito web e a restarvi più a lungo diminuendo metriche come la frequenza di rimbalzo e aumentando, di conseguenza, la permanenza media.

Se il consumo di social media va incontro a un incremento esponenziale e la fiducia che gli utenti ripongono nei consigli e nelle risposte dei creators è sempre maggiore, continuare ad ignorarli non è una mossa “smart”, anzi! Di fronte a questa sfida, molte aziende hanno deciso di integrare i social media nelle loro strategie SEO, sfruttandoli come amplificatori di visibilità.

È una soluzione furba e proattiva. Non provano a “battere” i social nelle SERP, ma scelgono di cavalcare l’onda, puntando su una sinergia tra contenuti web e contenuti social che sia coerente e potenziata, senza compromettere la propria autorevolezza nelle ricerche organiche.

 

5 Tips per sfruttare l’authority dei Social in una strategia di posizionamento organico

 

A questo punto, la domanda è: come bisogna utilizzare i social media per migliorare il posizionamento nei risultati di ricerca? Ecco 5 best practice per integrare SEO e social media in modo efficace:

 

1. Ottimizza i contenuti social per la ricerca

 

Per prima cosa, è fondamentale identificare e targettizzare le query in cui i social media possono offrire un valore aggiunto.

Ad esempio, se gestisci i social di un brand che risponde a un target di ricerca molto specifico come “workout per donne che desiderano tornare in forma post-partum”, i contenuti possono diventare un’arma SEO incredibilmente valida, poiché gli algoritmi dei social network donano una migliore esposizione a post che rispondono a domande frequenti o trattano argomenti caldi.

In seguito, la chiave è creare contenuti social che siano concepiti per apparire non solo nei feed delle piattaforme, ma anche nei risultati di Google, sfruttando al meglio hashtag rilevanti, tag di geolocalizzazione e argomenti di tendenza.

Questi elementi favoriscono la scoperta sia da parte degli utenti delle piattaforme che da parte dei motori di ricerca, accrescendo le probabilità di comparire in alto nelle SERP.

Per essere sempre sul pezzo, tieni sempre un occhio su quei siti che ti aiutano a definire i trend del momento come Trendsmap, Answer The Public o lo stesso Google Trends. In Italia, è consigliabile seguire Reddit, uno dei migliori siti americani di social news in stile community che spesso riesce ad anticipare le tendenze in determinati settori nel nostro Paese.

 

2. Crea contenuti di valore e condivisibili

 

Prima di definire il piano editoriale del tuo sito, analizza quali parole chiave e hashtag generano il maggior engagement sui social e adattali alla tua strategia SEO.

Intercettando le keywords performanti sui social puoi non solo scoprire gli argomenti rilevanti per il pubblico e replicarli sul sito, ma anche realizzare post coinvolgenti direttamente su queste piattaforme. Così facendo, è più probabile che questi contenuti siano scoperti organicamente tramite ricerca interna dei social stessi.

Un altro elemento su cui spingere è la stagionalità, come un evento mirato, una festività o un argomento virale che abbia particolare presa sul tuo target.

 

3. Sfrutta le piattaforme social per il link building

 

Condividi articoli, studi e risorse dal sito web sui social media per attirare link da altre fonti. Ogni citazione o condivisione può aumentare indirettamente l’autorità del dominio, a vantaggio del posizionamento SEO.

Inoltre, non va sottovalutata l’authority intrinseca dei social network: LinkedIn, Facebook o Instagram attribuiscono una notevole credibilità alle loro pagine pubbliche, e i contenuti condivisi da profili verificati o di interesse collettivo godono di una priorità aggiuntiva.

Ma non è tutto: i social offrono una visibilità enorme anche per le “query a coda lunga”, quelle meno competitive ma altamente specifiche, che spesso generano traffico qualificato.

 

4. Integra CTA verso il sito web e viceversa

 

Incoraggia i follower a esplorare contenuti più approfonditi sul sito, inserendo call-to-action (CTA) dirette nei post social che rimandano a specifiche pagine o articoli per potenziare il traffico organico.

Al contempo, però, cerca di integrare meglio i social nel tuo sito web attraverso widget e simili per innescare un dialogo tra le varie entità.

Creare un ecosistema di contenuti interconnessi aiuta a massimizzare la visibilità totale, favorendo non solo l’indicizzazione sui motori di ricerca, ma anche una maggiore autorità complessiva del brand.

 

5. Allinea il tone of voice e il brand messaging

 

In ultimo, ma non meno importante, crea un tone of voice univoco e una coerenza visiva tra il sito web e i social media.

L’uniformità rafforza la brand identity e migliora la percezione del brand, incrementando l’interazione e la fiducia degli utenti sia sui social che sul sito. Ricorda di utilizzare sempre immagini accattivanti di qualità per i social e ottimizzale lato SEO.

Sfruttare i social media in questo modo permette di ottenere il meglio da entrambe le realtà: il dinamismo di tali spazi virtuali e la stabilità del sito ufficiale, garantendo al brand una copertura completa e una forte presenza online.

 

Comprendere se e quali Social sono effettivamente in linea con la Brand Identity

 

scegliere bene social in linea con il brand

Sfatiamo ora il mito dell’omnicanalità ad ogni costo. Uno degli errori più comuni che le aziende fanno nel digital marketing, infatti, è pensare che essere “ovunque” sia imprescindibile e necessario. La verità è che non tutti i social media sono adatti a qualsiasi brand e l’iper presenza può diluire l’identità aziendale.

Prima di investire risorse e tempo in una strategia multipiattaforma, è fondamentale valutare se un determinato asset sia affine con la propria brand identity, i propri values e con il pubblico target.

L’esempio classico è la differenza tra aziende B2B e B2C. Le prime traggono spesso vantaggio da LinkedIn, orientato al networking professionale, che può offrire spazi preziosi per case studies e approfondimenti di settore. Questi prodotti hanno un effetto limitato in ambienti come Instagram o TikTok, incentrati prettamente sul visual storytelling e l’intrattenimento.

Viceversa, brand di moda, design o lifestyle, destinati a un pubblico giovane e attivo, troveranno qui gli ancoraggi ideali per raggiungere i propri consumatori attraverso immagini accattivanti, video brevi e campagne che stimolano l’interazione.

Selezionare accuratamente i social su cui investire significa anche identificare il tone of voice e lo stile visivo più adatti.

Ogni rete ha i suoi codici e linguaggi privilegiati che potrebbero avere poca attinenza con l’impianto comunicativo che si intende costruire attorno al proprio brand e la percezione di esso che vogliamo imprimere nella mente del nostro consumatore tipo.

Un marchio che mira a comunicare professionalità e autorevolezza non riuscirà a esprimersi a pieno su canali dall’appeal “rilassato”, dove i contenuti tendono a essere rapidi, spontanei e colloquiali.

In questi casi, ha senso muoversi su social come LinkedIn per mantenere credibilità, un “luogo” dove ci si aspetta contenuti istituzionali ad alto valore informativo.

L’analisi del pubblico target è, infine, un passaggio fondamentale. Individuare le abitudini di consumo e le preferenze delle buyer personas aiuta a evitare la presenza su piattaforme che non generano alcun ritorno e a concentrarsi su quelle che danno margine per costruire una community solida e coinvolta.

La selezione mirata dei canali social valorizza e amplifica la tipologia di contenuto pubblicato, evitando dispersioni. Permette, inoltre, di ottimizzare il budget e il tempo investito, rendendo l’intera strategia più efficiente.

 

L’alchimia tra SEO e Social: conquista la tua visibilità organica

 

Malgrado i comprensibili scetticismi, l’impatto dei social media sull’ottimizzazione per i motori di ricerca è inconfutabile. Pur non trattandosi di un’influenza diretta sul ranking, un piano social ben confezionato può potenziare la visibilità e l’authority di un brand, garantendo che i contenuti raggiungano una platea più ampia e affine.

La gestione oculata dei social, come parte di un progetto SEO studiato, offre la possibilità di capitalizzare query di tendenza e ottenere rilevanza del brand nelle SERP. Vuoi integrare i tuoi social media per una una SEO di successo? Contattaci per una consulenza e scopri come una strategia su misura possa fare la differenza nel posizionamento del tuo brand!

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