Li usiamo tutti i giorni per informarci, studiare, conoscere, comunicare. Qual è la loro origine, e perché sono così importanti per la nostra vita lavorativa e personale? Vediamo cosa c’è dietro i motori di ricerca e qual è la storia della SEO fino a oggi
I motori di ricerca
Un motore di ricerca è un sistema che analizza i dati e restituisce un indice dei contenuti dando loro una gerarchia, basata su formule matematiche, per indicarne la rilevanza a partire da una parola chiave, o chiave di ricerca. Figura essenziale di questo processo è il crawler, detto anche spider, che analizza i contenuti per fornire in output dei risultati il più possibile coerenti con l’intento di ricerca dell’utente: un vero e proprio “ficcanaso” del web, che si inserisce nelle pagine dei siti per giudicarne la qualità e molti altri elementi.
Il motore di ricerca dunque:
– analizza le pagine internet
– cataloga le pagine in ordine di rilevanza
– le rende disponibili in modo coerente alla ricerca degli utenti
La nascita di Google
Motore di ricerca per eccellenza, Google è diventato così popolare da essere spesso usato come sinonimo per indicare lo stesso internet. Termini come “googlare” (“to google” in inglese) sono entrati nel nostro gergo quotidiano ormai da molti anni, per indicare l’atto di ricerca di qualsiasi parola sul web.
Da dove nasce Google? Il primo motore di ricerca deve il suo nome a “googol”, che indica una cifra a tre zeri, riferita all’obiettivo principale della società: quello di organizzare la quantità infinita di informazioni presenti in internet. Nasce il 27 settembre 1998 dai giganti del web Larry Page e Sergey Brin, due giovani studenti dell’Università di Stanford. Questi due ragazzi pensavano che fosse possibile applicare l’analisi matematica (“teoria delle reti”) al web, analizzando i link che puntano a un sito e dando quindi maggior valore a quest’ultimo. Dopo molto impegno e con scarsi fondi a disposizione, i due fondano la Google Inc. in un garage californiano e piano piano iniziano a farsi notare dalla stampa: da lì al successo il passo è breve e la società comincia a firmare contratti di fornitura per servizi di ricerca, fino a contare 100 milioni di interrogazioni giornaliere alla fine dell’anno 2000. Nel 2001 Eric Schmidt diventa capo del consiglio di amministrazione, il numero delle pagine indicizzate raddoppia e si inizia a esplorare l’universo wireless.
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I fattori di successo di Google
Qual è lo strumento principale per migliorare il proprio posizionamento sui motori di ricerca? La SEO, ovviamente.
Con SEO (Search Engine Optimization) si intendono tutte quelle attività volte a posizionare il proprio sito il più in alto possibile nei risultati di ricerca, a partire dalle query. Nessuno conosce con certezza quale sia l’algoritmo di Google per ognuno dei 200 fattori che intercorrono a posizionare una pagina internet, ma possiamo elencare i termini più importanti del processo SEO:
- Indicizzazione: i motori di ricerca interpretano e inseriscono il sito web all’interno del proprio database;
- Posizionamento: i motori di ricerca posizionano il sito sulla pagina dei risultati a seconda della sua importanza, qualità e rilevanza;
- Ottimizzazione: da questa dipende la visibilità delle pagine web. Si tratta di una serie di attività mirate a posizionare più in alto la pagina in risposta alle interrogazioni dell’utente.
Oltre ai risultati organici, sulla pagina di ricerca appaiono anche i risultati sponsorizzati: si tratta di siti che pagano per apparire tra i primi posti della SERP (Search Engine Result Page). Sono perlopiù sponsorizzazioni promosse da Google stesso tramite i propri programmi di affiliazione e vengono chiaramente indicate come tali.
Fattori di successo per ottimizzare siti web
Come accennavamo prima, non sappiamo esattamente quale sia l’algoritmo di Google, che viene aggiornato continuamente in base ai comportamenti degli utenti, da cui vengono tratte statistiche e sistemi di analisi. Ecco perché non si può mai abbassare la guardia: occorre sempre aggiornare il proprio sito e tenere d’occhio la SERP per valutare eventuali azioni da intraprendere.
Ma quali sono i fattori di successo di cui tenere conto per posizionare al meglio un sito su Google?
Gli utenti di oggi sono sempre più esigenti, hanno moltissime alternative online e non amano aspettare più del dovuto per leggere un articolo o un’informazione: ecco che uno dei primi elementi di cui tenere conto è il tempo di caricamento di una pagina. Più il caricamento è veloce, più sarà favorita da Google.
Le parole chiave sono un fattore molto importante. Negli anni la loro percezione da parte dei motori di ricerca è cambiata e non basta più ripetere in modo identico la parola all’interno di un testo per risultare efficaci, anzi. Google premia quei siti in cui il testo si adatta alle istanze di ricerca dell’utente, ovvero a tutte quelle parole e argomenti correlati che stanno dietro l’intenzione di ricerca. Aumentare l’autorità sui temi è altrettanto importante: se all’interno del sito ampliamo un determinato argomento dedicandogli più pagine e più contenuti, andiamo a incrementare la credibilità in materia agli occhi di Google, e quindi avremo più probabilità di risultare tra i primi posti della SERP.
Ricordiamoci poi che i contenuti devono essere facilmente fruibili da qualunque tipo di dispositivo: in misura sempre maggiore gli utenti fanno ricerche dal proprio smartphone o tablet. Ecco che il nostro sito o blog dovrà essere responsive e valutare sempre il grado di leggibilità da mobile; al contrario, chi non prende le misure adeguate verrà penalizzato da Google. La struttura del sito, poi, deve essere chiara, ben organizzata e soprattutto visibile in modo da far trovare all’utente ciò che cerca nel minor tempo possibile.
Facilitare l’analisi dei crawler è cosa buona: usando i Meta Tag (tag che descrivono il contenuto di una pagina) con le parole chiave e il numero di caratteri corretti faciliteremo la vita a Google e al nostro sito. Anche le immagini – importanti all’interno di una pagina – devono essere corredate dell’attributo Alt che ne permette la lettura al browser. Queste brevi frasi devono essere il più esaustive possibile nel descrivere il contenuto delle immagini.
Non dimentichiamo poi l’importanza dei link esterni: i backlink sono quelli che provengono da altre pagine web e che portano traffico, ma soprattutto credibilità, al nostro sito. Una sorta di riconoscimento della nostra autorevolezza e affidabilità da parte di altri.
Storia e aggiornamenti degli algoritmi
Quali sono le tappe di cambiamento principali per quanto riguarda gli algoritmi Google?
Nel 2003 vengono introdotti i Quality Rater: Google si accorge che moltissimi siti ottimizzano in modo eccessivo le proprie pagine, riempiendole di parole chiave manipolate. Con queste figure esterne vengono valutate con cura le pagine e rivisti i risultati in SERP al fine di aumentare la qualità semantica dei contenuti. Due anni più tardi arriva il No-follow, ovvero un attributo con il quale i gestori di siti web possono comunicare la volontà di tenere nascoste determinate pagine (in questo modo non verranno indicizzate dai crawler).
Nel 2008 assistiamo alla nascita di Google Suggest, che mostra all’utente dei suggerimenti in base alle parole da lui digitate nella strip di ricerca. L’anno dopo Caffeine, il nuovo algoritmo, permette ai robot di indicizzare un numero più elevato di pagine grazie alla velocizzazione del sistema. Viene posta sempre maggiore attenzione ai contenuti di brand pertinenti e rilevanti. Nel 2011 Panda Update va a penalizzare i siti con contenuti duplicati o irrilevanti, mentre l’anno successivo Penguin punisce quei siti che ottengono link esterni di bassa qualità (ovvero quelli acquistati o scambiati con della visibilità).
Segue Hummingbird, che analizza i contenuti dal punto di vista semantico e penalizza quelli ambigui. Negli anni successivi assistiamo agli “aggiornamenti fantasma” che vengono percepiti da chi usa il web ma non sono stati ufficializzati da Google e che colpiscono i contenuti pubblicitari eccessivi. Nel 2018 il Medic Update ha inciso notevolmente sulla SERP legata ai temi medici o finanziari.
L’ultimo aggiornamento dell’algoritmo è quello introdotto a maggio 2020, si tratta di Core: il cambiamento riguarda il modo di valutare i contenuti, che ora è approfondito e migliorato. Se avete notato un peggioramento nella posizione del vostro sito web nelle ultime settimane, non scoraggiatevi: è il momento di chiamare uno specialista SEO che sappia studiare la SERP e capire come agire per tornare in alto.
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Dalla ricerca sul web alla voice
Google cambia in base al mondo in cui viviamo e, da sempre, il suo obiettivo è quello di migliorare la vita degli utenti. Dal momento che il mondo mobile ha ormai preso piede e, con esso, la ricerca vocale, i motori di ricerca non possono ignorare questa enorme fetta di tecnologia che si evolve. Si stima inoltre che entro la fine del 2020 più del 50% delle ricerche su web verranno effettuate usando la voce: ora possiamo parlare infatti di Vocal Search e di Mobile First Indexing. Due anni fa si superava il miliardo di ricerche vocali mensili, quindi si tratta di un trend in aumento di cui i motori di ricerca stanno studiando tutte le potenzialità.
Se Siri e Alexa la fanno da padrone nelle nostre realtà domestiche, in futuro è praticamente sicuro che tutti i sistemi operativi offriranno la possibilità di comunicare tramite la voce e il riconoscimento vocale. Al momento Google si sta concentrando su questo tipo di ricerca, in particolare sulle caratteristiche delle parole chiave, su come viene presentato il risultato e sull’interazione con il dispositivo. Per ora sappiamo che la VEO (Vocal Engine Optimization) riguarda soprattutto ricerche local, pretende velocità di risposta e ha ritorni economici rapidi per i siti cercati. Insomma, una branca tutta da sfruttare per chi fa marketing online.
Motori di ricerca in oriente
Esistono alcuni paesi orientali in cui Google non la fa da padrone, o meglio, è inutilizzabile a causa delle restrizioni del governo: un esempio è la Cina, in cui gli utenti utilizzano altri motori di ricerca. Il più conosciuto è Baidu, che predilige i contenuti sponsorizzati e i banner: è molto difficile posizionarsi in modo organico nelle prime pagine anche per questo motivo. Si tratta del terzo più utilizzato al mondo e prevede come lingua solo il cinese, appunto. Anche Qihoo 360 è molto usato e offre sicurezza a chi naviga da dispositivi mobili.
In una grande potenza mondiale, la Russia, il concorrente di Google è Yandex, sul quale vengono effettuate la metà delle ricerche totali degli utenti. I siti vengono indicizzati in lingua russa e offre come servizi mappe, video, hosting e posta elettronica.