Comunicare correttamente ai tempi del Coronavirus: come riconoscere le fake news
Comunicare correttamente ai tempi del Coronavirus: come riconoscere le fake news
Unione e divisione. Allarmismo e superficialità. Un connubio di opposti a cui ha dato vita il COVID – 19. La malattia provocata dal nuovo ceppo di coronavirus, denominato SAR-CoV-2.
Veniamo ogni giorno bombardati da migliaia e migliaia di informazioni sulla drammatica situazione che sta vivendo la nostra Nazione e non solo. Sono giorni in cui ogni canale, che sia digitale o tradizionale, ha un unico argomento. Basta scorrere i feed di Facebook per imbattersi in tutte le ultime news, basta accendere la televisione e tutti i programmi (che siano talk show o telegiornali) ci aggiornano sui dati del COVID – 19.
Ci sentiamo spaesati, confusi dalla vastità e diversità di informazioni alle quali veniamo sottoposti: c’è chi parla di pandemia, chi invece riconduce tutto ad una semplice influenza. Mascherina sì, mascherina no, isolamento sì, isolamento no. In seguito all’emanazione del decreto “Io resto a casa”, ci stiamo chiedendo quali siano le modalità di comportamento da attuare.
Sembra quasi come se ci trovassimo di fronte ad una roulette russa, e non ci resta che affidarci al destino: chi sparerà il colpo vincente? C’è chi parla di chiudersi in casa e non poter uscire per alcun motivo, chi invece invoca il controllo della polizia 24h/24, chi minimizza il tutto dicendo che in realtà non è cambiato nulla.
Oggi più che mai è fondamentale saper riconoscere la notizia vera da quelle false, le cosiddette fake news. Perché gli sciacalli non si fermano davanti a nulla, anzi. Cavalcano l’onda della disperazione e della fragilità per racimolare click per un mero e vergognoso guadagno. Comunicare correttamente ai tempi del Coronavirus dovrebbe essere scontato, come se fosse una garanzia per tutti noi, ma invece non lo è. E così si da vita a quel vortice di numeri, dati, parole nel quale veniamo letteralmente avvolti. Occorre dunque saper distinguere le fake news per evitare di incorrere in allarmismi inutili e altamente deleteri per noi e per chi ci circonda.
6 consigli su come riconoscere una fake news
Le false notizie ormai sono ovunque, e devono essere trattate alla stregua di una minaccia contro la democrazia, perché ledono il nostro diritto all’informazione. In tanti si sono chiesti se esiste una vera e propria guida su come riconoscere la veridicità di una notizia rispetto ad un’altra. Oggi proveremo ad aiutarti, fornendo una serie di consigli che dovrai attuare in tale verifica.
Evita estensioni strane
La prima cosa da fare è controllare l’estensione del dominio preso in analisi. Molto spesso, infatti, ci si immette in portali poco veritieri, da sempre addetti alla pubblicazione di bufale.
Fai attenzione a tutti i domini che hanno denominazione simile (ma non uguale!!!) a portali famosi. Utilizzano infatti il naming conosciuto per attirare con inganno gli utenti sui loro spazi digitali, proponendogli notizie totalmente inventate.
Ricerca più fonti per la stessa notizia
Quante volte ti sarà capitato di leggere un articolo, che ti è sembrato istintivamente poco credibile? Se è vero che la rete è il territorio fertile per diffondere ogni tipologia di notizia, è anche vero che ti offre la possibilità di verificarla attraverso la consultazione di ulteriori fonti.
Una vera e propria biblioteca virtuale, nella quale poter approfondire ogni argomento e testarne l’attendibilità. Non ti limitare quindi ad un un’unica testata, non ritenere vero da subito ciò che leggi soltanto ed esclusivamente su un portale. Oggi più che mai, è necessario informarsi a 360°. Un esempio concreto è la versione “fake” del decreto ministeriale, pubblicata ieri su tantissimi portali, che ha mandato in pieno subbuglio tutti i lettori.
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Controlla la credibilità dell’autore o del giornalista
Ulteriore passo per riconoscere le fake news è verificare l’attendibilità di chi scrive la notizia. Concediti l’opportunità di indagare sull’autore dell’articolo: ha scritto altri pezzi? Ha un profilo autentico? È ritenuto un buon produttore di notizie?
La risposta affermativa a tali quesiti può rassicurarci sulla veridicità della news; nel caso contrario può aprirti gli occhi sull’eventualità che di fronte a te abbia uno sciacallo, che non si è posto il minimo scrupolo di cavalcare l’ondata mediatica del Coronavirus per raggiungere ignobili scopi.
Verifica la data di pubblicazione
Fidati di noi, questo passaggio è davvero molto importante. Ti impedirà di incorrere in una trappola molto frequente. Ossia quella di pubblicare notizie già diffuse, spacciandole per nuove al fine di cavalcare il trend. Nel momento in cui viene narrato all’interno di un articolo un determinato evento o accadimento, è opportuno ricercare e verificare la data di avvenimento che spesso non coincide con quella di pubblicazione.
Un esempio? Ogni giorno decine e decine di quotidiani locali informano la comunità sui contagi del giorno. E molto spesso ripropongono quella notizia, in più varianti, giocando su confini molto, molto labili. E così, pensi che nella tua città il numero di persone infette dal Coronavirus sia aumentato, quando in realtà resta sempre lo stesso.
Non cadere nel click-baiting
Non fermarti mai all’apparenza. Non lasciarti suggestionare dal titolo bomba, ma leggi l’intero contenuto dell’articolo. Devi sapere che il click-baiting è una pratica molto comune: consiste nello scrivere post o titoli, spesso correlati ad immagini, la cui finalità è quella di attirare, come si evince dal titolo, il maggior numero di click, facendo leva sulla curiosità degli utenti.
I titoli pubblicati spesso non hanno alcuna pertinenza o collegamento col resto della notizia: l’unico fine è quello di incrementare il numero di visite, il click diventa così l’unità di misura su cui si fonda la sostenibilità economica dei portali. Il click baiting è divenuto un fenomeno diffusissimo, visibile agli occhi di tutti gli utenti e per questo è stato definito il “cancro dell’informazione”.
Verifica le immagini
Così come nel caso del titolo, spesso le immagini vengono utilizzate senza nessun collegamento con il resto della notizia. L’utilizzo di immagini forti, come il ritrarre persone decedute o sofferenti, altro scopo non hanno che aumentare le visualizzazioni della bufala e il traffico del portale, con un fine totalmente economico.
Basti pensare alle immagini di Wuhan, dei supermercati deserti e degli ospedali pieni, spesso utilizzate in maniera non pertinente e corretta!
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Come fermare una fake news: pensare prima di condividerla
Questa rappresenta la regola più importante. Dopo aver letto una notizia, occorre fermarsi a pensare sul contenuto trasmessoci e analizzare le informazioni dateci. Spesso l’autore delle bufale punta sull’emotività, sul coinvolgimento istintivo, sulla rabbia e sull’indignazione nel leggere determinate notizie, che poi si rivelano non veritiere e studiate per far leva sulla pancia di chi legge. Per evitare che ciò accada, è importante fermarsi a riflettere su ciò che si sta condividendo, perché soltanto così si può fermare la viralità di una fake news.
Allarmismo e ritorno economico: l’essenza delle fake news
I mezzi di comunicazione da sempre hanno cambiato in profondità la società, incidendo sullo stesso sistema. È accaduto con la stampa, con la televisione, con la radio, ma con la rete il cambiamento nel mondo dell’informazione è stato per così dire traumatico. Con l’avvento di Internet, il salto è stato definitivo: la Rete ha generato il territorio fertile per dar vita alle fake news, come mondi finzionali, caratterizzati da un labile confine tra vero/falso.
Bufale, post verità, notizie poco attendibili, informazioni fasulle, sono tutte le terminologie atte ad indicare le fake news, narrazioni finzionali che stanno invadendo il circolo vizioso della comunicazione. Vengono create per due motivi ben precisi. Il primo è il ritorno economico, di cui abbiamo discusso in precedenza. Il secondo invece lo analizzeremo insieme.
Creare allarmismo mediatico
Le news vengono pubblicate con lo scopo di influenzare le opinioni delle persone, sfruttando il passaparola che avviene sui social network, con l’obiettivo di discriminare e danneggiare la reputazione di talune persone. Un esempio? La lotta tra il “Sud” e il “Nord” al quale abbiamo assistito negli ultimi giorni. Come se bastasse un confine, una zona rossa per dividere l’Italia, dimenticando che siamo figli di una stessa madre.
Sentiamo parlare di zone rosse come se fossero costituite soltanto da dati, numeri su contagi, decessi, guarigioni dimenticando che dietro quei numeri ci sono delle persone, delle identità, delle anime. E così, l’informazione errata porta uno contro l’altro, porta due fratelli a “scannarsi” reciprocamente dando vita ad uno scenario terribile e disgustoso, a cui dobbiamo porre fine. Si può contrastare tale “apocalisse mediatica” soltanto nel momento in cui riusciremo ad informarci correttamente.